L'Editoriale
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Gli auguri del Vescovo

"Cristo è risorto! Alleluja"

Gli auguri del Vescovo

Cristo è Risorto, Alleluja!

 

Oggi in tutti i paesi del mondo risuona il solenne annuncio di gioia che porta speranza ad una umanità segnata dalla tragedia della pandemia che semina ancora paura, smarrimento, stanchezza e morte.

 

Siamo anche noi, come le donne e gli apostoli, un po' impauriti davanti al sepolcro vuoto di Gesù. Il rischio che non dobbiamo correre è che il tempo difficile che stiamo vivendo ci distolga dalle celebrazioni della Pasqua che invece siamo chiamati a vivere con rinnovata fede e speranza.

 

Quest’anno più che mai possiamo paragonare la nostra sensazione di smarrimento e paura a quella che provarono le donne al mattino di Pasqua, quando recandosi al sepolcro non trovarono il Signore.

Loro portavano dentro di sé il dramma appena vissuto – ovvero la morte di Gesù - così come noi portiamo l’angoscia di una tragedia che da un anno ci sta provocando e ci fa paura. Per loro era la pura di fare la stessa fine del maestro; per noi la paura del dolore e della sofferenza. La tragedia nella quale ci dibattiamo, fatta di lutti, crisi economiche, perdite di lavoro, nuove forme di povertà alle quali non eravamo abituati, tutte queste cose rischiano di rubarci la speranza.

 

Come in quel mattino di duemila anni fa, nessuno vide Gesù risorto! In qualche maniera stavano rischiando che il dolore della perdita oscurasse i loro occhi dalla meraviglia che era appena accaduta: la Resurrezione!

 

Anche noi, oggi, non lasciamoci rubare la gioia della Resurrezione di Gesù! Lui per primo ha patito la sofferenza che la morte procura, la solitudine della croce che lo ha portato a spirare senza che nemmeno la madre potesse donargli una carezza, come tanti nostri amici e parenti sono morti in letti d’ospedale senza il conforto dei propri cari. Anche Gesù l’ha vissuto, anche Lui ha versato lacrime di dolore dense come gocce di sangue. Ma i racconti evangelici ci mostrano che non finisce tutto lì, che la morte non ha l’ultima parola nella vita di chi ha fede.

 

La nostra mente da sola non può comprendere né spiegare, perché la resurrezione è un’esperienza di vita che coinvolge tutto il nostro essere. Vedere, infatti, nel vangelo di Giovanni, significa fare esperienza. Anche noi, in questo giorno di Pasqua siamo invitati a vedere quello che è capitato a Gesù e a credere. È un messaggio semplice e nello stesso tempo sconvolgente che risuona da due mila anni e che anche quest’oggi abbiamo risentito: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui” (Marco 16,6). Il sepolcro non ha potuto trattenere il corpo di Gesù, perché l’amore di Dio ha prevalso sulla morte. Gesù, il crocifisso è risorto! Non cerchiamolo più nei luoghi della morte, dell’egoismo e dell’individualismo, né nella prevaricazione e nella disonestà, ma nell’amore e nel dono di sé perché questo vuol dire vivere da risorti.

 

Auguro a ciascuno di voi, fratelli e sorelle, una serena Pasqua, certo che la Luce del Risorto porti pace e gioia nei vostri cuori e in quelli delle vostre famiglie.

 

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