Friuli Occidentale
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Spilimbergo, è tornato il crocifisso restaurato nella chiesa di San Marco

Un’opera molto sentita e apprezzata dalla popolazione a Gaio

Spilimbergo, è tornato il crocifisso restaurato nella chiesa di San Marco

E' tornato a “casa” dopo sette mesi di restauro il “Gesù Cristo Crocifisso” della Chiesa di San Marco Evangelista di Gaio, frazione del Comune di Spilimbergo. L’opera lignea raffigurante Cristo sofferente, risalente al XVI secolo e realizzata nell’ambito culturale delle botteghe friulane da autore ignoto, ha ritrovato nuovo splendore grazie al sapiente intervento dei restauratori Nicola e Michele Della Mora, operanti a Cordenons.
Il Crocifisso domina l’altare maggiore e presenta un corpo plastico: le gambe sono arcuate, i piedi sovrapposti, un morbido drappo avvolge il bacino per annodarsi sul fianco destro, il capo è reclinato a destra e sulla scapola scivola una lunga ciocca di capelli bruni. L’opera, intagliata in un unico tronco ad eccezione delle braccia e di una parte del drappo, è caratterizzata da un intaglio morbido ed è rifinita con accuratezza.
Nel tempo diversi strati di colore e materiali sono stati sovrapposti, purtroppo cancellando quasi completamente lo strato pittorico originale. D’accordo con la Sopraintendenza, nella persona della Dott.ssa Francescutti, e d’intesa con la restauratrice Rosalba Piccini si è deciso di riportare alla luce lo strato preparatorio più antico rinvenuto, al momento nascosto da ridipinture più recenti. Un successivo intervento è stato quello relativo alla ricostruzione di alcune parti anatomiche mancanti ovvero le spalle, le falangi di entrambe le mani e una porzione di piede. Particolarmente impegnativa si è dimostrata la realizzazione delle spalle: braccia e corpo risultavano disconnesse, probabilmente a causa del loro accorciamento e successivo riposizionamento non corretto in sede in seguito a cadute accidentali. Con l’inserimento di queste aree l’intera figura umana ha riguadagnato l’originaria armonia e proporzione. Anche la testa è stata riposizionata correttamente e, una volta ripulita, si è potuto apprezzarne ancora di più la rifinitura e l’espressività del volto: in particolare colpiscono l’osservatore l’ampiezza degli occhi, le sopracciglia, la bocca lievemente aperta, la barba e le ciocche dei capelli. L’opera di restauro è stata conclusa ripristinando, attraverso un nuovo strato pittorico ad acquerello, i colori dai toni caldi e chiari che caratterizzano l’incarnato del Cristo.
Il merito del restauro va al parroco Monsignor Giovanni Stivella, attento custode delle opere d’arte della Parrocchia, tuttavia esso non sarebbe stato possibile senza il determinante contributo della provvidenziale Fondazione Friuli che tanto bene sta operando nel nostro territorio a salvaguardia del prezioso patrimonio artistico e di altre realtà importanti. (e.b.)

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