Friuli Occidentale
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San Vito, appello della Casa di riposo "Serve assistenza medica continua"

Ospiti contagiati in questa seconda ondata. La situazione preoccupa

La Casa di Riposo della Parrocchia di San Vito al Tagliamento è la terza residenza per anziani non autosufficienti della regione per numero di posti letto, oltre 260. Nella prima fase della pandemia è riuscita fortunatamente ad evitare di essere interessata, fatto salvo un solo caso di un ospite giunto dalla locale RSA insediata nei locali della struttura.
In questa seconda fase la residenza fino a un paio di settimane fa, nonostante la crescente curva esterna, era riuscita a salvaguardare i propri residenti, grazie ad una stretta sorveglianza costituita anche dall’esecuzione di test rapidi antigeni fin dal mese di settembre, prima con cadenza mensile e poi quindicinale.
È proprio a partire da questi screening periodici che nelle settimane scorse è emerso un primo caso di positività e poi via via altri ancora, tra cui alcuni rientrati da ricoveri ospedalieri che inizialmente erano risultati negativi e poi nel corso della quarantena sono emersi quali positivi.
Quando questo numero de Il Popolo va in stampa purtroppo i positivi sono oltre 70 tra ospiti e personale.
All’interno della residenza stato sono state attivate due aree Covid per un totale massimo di 25 posti letto ricavati trasferendo alcuni residenti in spazi collettivi ora inutilizzati, come previsto dai protocolli predisposti dalla Direzione della Casa e inviati preventivamente alle autorità sanitarie.
"Le maggiori criticità che vogliamo evidenziare - spiegano i vertici della Casa di riposo - si riferiscono all’assistenza medica e all’eventuale indisponibilità di ulteriori posti se dovessero sorgere altre positività".
"I medici curanti - si legge -possono garantire unicamente una consulenza telefonica in quanto se accedessero alle zone Covid potrebbero compromettere la sicurezza delle attività ambulatoriali gestite esternamente. D’altro canto gli stessi provvedimenti normativi emanati prevedono l’attivazione delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) incaricate di garantire l’assistenza medica in tali circostanze".
"L’intervento di questi medici Usca - proseguono gli amministratori della Casa - rischia di essere intempestivo e inadeguato, considerate le forze messe in campo dal punto di vista quantitativo e delle competenze relative ad anziani non autosufficienti con quadri complessi di comorbilità. Altre esperienze hanno dimostrato che l’intervento di presa in carico deve essere preventivo per limitare la diffusione del contagio e individuare tempestivamente i casi sospetti potenzialmente positivi che potrebbero allargare i confini del contagio. È necessaria, quindi, una presenza medica continuativa e costante che valuti le condizioni dei positivi e l’evoluzione del quadro clinico oltre che intervenire in termini diagnostici sui contatti stretti degli stessi. A tal fine la Casa si era già dotata di un ecografo portatile e ha attivato una convenzione con un laboratorio privato accreditato per l’effettuazione dell’analisi di esami ematochimici".
"Facciamo quindi un appello alle autorità sanitarie - concludono - perché provvedano tempestivamente a fornire il necessario supporto alla nostra residenza e a tutte le realtà analoghe che si trovano a gestire con le proprie forze questa pandemia.
D’altro canto rivolgiamo anche un appello a eventuali medici disponibili a prestare la loro opera nella nostra residenza, per garantire una presenza continua e costante ed un riferimento per le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali.
Questo appello è in primis finalizzato alla salvaguardia della sicurezza e della salute dei nostri residenti oltre che del personale, già duramente provato fisicamente e psicologicamente. La mancata adozione di interventi e misure di vigilanza e contenimento rischiano di vedere un quadro maggiormente pregiudicato, i cui esiti potrebbero essere incresciosi. È pertanto nostro dovere promuovere ogni azione possibile perché nulla sia lasciato intentato, nel rispetto delle rispettive responsabilità.
Ci rivolgiamo, infine, alle famiglie dei nostri residenti che ci stanno dimostrando costantemente la loro vicinanza e. Invitiamo ciascuno di loro a far sentire la propria voce a sostegno di questa nostra iniziativa in difesa dei propri cari e a tutela della loro salute.
Invitiamo anche le comunità cristiane del territorio perché abbiano presente nelle loro preghiere lo sforzo dei nostri operatori cui va il nostro più sincero ringraziamento ed apprezzamento".

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