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Missione di Chipene: il racconto di don Loris Vignandel

Ricco di cinque anni di esperienza come "fidei donum", il missionario don Loris Vignandel è momentaneamente presente in diocesi (339.8241974). Accolto con gioia da numerosi gruppi, lieti di ascoltare le esperienze maturate, portando nel contempo notizie dell’altro sacerdote diocesano don Lorenzo Barro, col quale sta condividendo parte del cammino pastorale in Mozambico.

Missione di Chipene: il racconto di don Loris Vignandel

Ricco di cinque anni di esperienza come "fidei donum", il missionario don Loris Vignandel è momentaneamente presente in diocesi (339.8241974). Accolto con gioia da numerosi gruppi, lieti di ascoltare le esperienze maturate, portando nel contempo notizie dell’altro sacerdote diocesano don Lorenzo Barro, col quale sta condividendo parte del cammino pastorale in Mozambico.
A Sclavons, il 27 maggio è intervenuto al partecipato incontro preparatorio sinodale diocesano, promosso dal vescovo Pellegrini. Ha assicurato che anche a 7 mila km, in Terra di missione, c’è una Chiesa che sta preparando una "Assemblea Pastorale Nazionale", la IV nella storia del Mozambico. Temi: Famiglia, Giovani, Catechesi, Chiesa in uscita, Sette religiose, Mass Media, Vita pastorale…
Nonostante la pandemia abbia bloccato l’attività delle "cappelle", nelle quali è suddivisa la vita pastorale e religiosa nella Missione di Cipene, c’è oggi uno slancio a voler ripartire dalla catechesi, con un cammino triennale, concentrato sulle tappe di Battesimo, Eucaristia e Matrimonio.
Battesimo. Il cammino verso il primo sacramento dell’iniziazione cristiana prevede delle catechesi, assicurate ai genitori che poi celebrano il rito in una delle 28 zone pastorali con 4 o 5 cappelle ognuna. La "cappella" è la sede della comunità. Ha un responsabile o "anziano", per i vari ministeri o servizi: tesoriere; catechista: dei Bimbi, Adulti, Giovani, Donne, Famiglie; per Carità, Giustizia e Pace; per l’Infanzia missionaria. Sono eletti per 6 anni dalla comunità poi passano il testimone ad altri.
L’organizzazione della vita pastorale è nelle mani di queste équipe, presenti in ogni "Cappella". Con loro don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel e una Suora Comboniana, dialogano continuamente.
Le Suore sono 5. Si dedicano ad un gruppo di ragazze. Ognuna ha più mansioni: l’organizzazione lavorativa - dall’allevamento dei polli e l’orto alla gestione delle paghe; il progetto Giustizia e Pace e la "mamans" delle donne; la catechesi, l’economia e le famiglie; i giovani, le vocazioni e completare gli studi.
Dal punto di vista ecclesiale, don Lorenzo Barro è Vicario generale, in dialogo col Vescovo Alberto, spagnolo, dei "Mercedari". Segue anche la catechesi, gli anziani, l’economia e le vocazioni.
Don Loris Vignandel segue il settore dei giovani; l’infanzia missionaria; le vocazioni; cura i registri che documentano la vita pastorale e la storia della missione.
Insieme si dedicano al settore maschile della missione. Per il 20 novembre intendono preparare la Giornata Nazionale dei Giovani e Nampula (Nord Mozambico). Attesi 1.300 giovani.
Sogno nel cassetto: realizzare, ad agosto, dei ritiri per giovani, dislocati nelle 6 "Regioni", per approfondire i fondamenti della fede a partire dal libro della Genesi. Don Loris cura anche il settore "Infanzia missionaria", in dialogo con gli "Assessores", ossia i responsabili delle Cappelle, per trasmettere loro competenze nell’animazione missionaria a favore dei minori. L’itinerario di catechesi è scandito in 4 tempi: allegria e bellezza nello stare assieme; spiritualità; visita ad anziani o bisognosi; catechesi: rilettura del cammino compiuto in un’ottica di fede.
Le "Comunità" sono una quarantina. Vanno da 80 a 200 "assessores" - ogni 12 persone c’è un ’assessores’. A gennaio e all’epifania - inizio e fine anno -, c’è una grande festa, con pranzo, teatro e danze.
L’impegno per le vocazioni prevede un incontro residenziale al mese con una quarantina di presenze, con l’assistenza delle 5 Suore e un diacono nativo da Alua (di recente divenuto prete).
Con i Padri presenti a Cipene, si alimentano all’italiana; in giro per la missione offrono "chima" (polenta); riso; fagioli; pollame; "matapa" (verdura cotta) e pesciolini pescati nell’Oceano.
Importante è la celebrazione della Messa, in lingua Macua. Le istruzioni di catechesi, attingendo a figure bibliche; i momenti di preghiera col canto e la danza; le testimonianze anche da gruppi giunti dall’Italia.
Don Loris dedica una cura particolare agli studenti (14-22 anni, anche musulmani), che frequentano il Convitto a Cipene. Studiando e pregano insieme; periodicamente festeggiano i compleanni del mese. Ci sono insegnanti di matematica, agricoltura e portoghese.
Genesi di una vocazione. Don Loris Vignandel, 45 anni, pordenonese, ordinato prete nel giugno 2003 a Concordia, vi rimane due anni. Dal 2005 al 2010 è cooperatore a San Giorgio di Pordenone con mons. Vittorio Menaldo: segue i giovani, l’oratorio, la catechesi per medie e superiori. E’ insegnante di religione all’Ist. San Giorgio. E’ anche assistente diocesano di Azione Cattolica, lavorando a fianco di Marco Pio Bravo, Cinzia Giovanato e Paola Colussi, nei settori dell’Acr e dell’Acg. Dal 2010 al 2012 affianca il dinamico parroco don Giorgio Bortolotto a Roraigrande in oratorio. Dal 2012 al 2017 è parroco a Chions e Fagnigola. Tra gli obiettivi pastorali: rendere accogliente e frequentata la Casa Canonica promuovendo una vivace vita oratoriana, specie a Fagnigola. Segue la parrocchiale dell’infanzia "Maria Ausiliatrice", si dedica all’AC e svolge il ruolo di vicario della Forania di Azzano X.
Nel maggio 2017, dialogando col vescovo Giuseppe, si profila l’occasione per manifestare la sua disponibilità ad accogliere la chiamata quale sacerdote "Fidei donum". Emerge che don Lorenzo Barro, già in missione, avrebbe bisogno di una collaborazione continuativa. Don Loris, si reca in Terrasanta per gli esercizi spirituali, chiedendo lumi al Signore, assieme a don Stefano Wuaran. Al rientro il vescovo Pellegrini gli consegna il mandato per Cipene, in Mozambico, dove c’è don Lorenzo Barro.
Secondo don Loris, più che un fatto specifico, da collocare alla radice della sua chiamata missionaria, hanno concorso più elementi, giocati dalla provvidenza. Già in Seminario, alle testimonianze dei missionari rimaneva infiammato. Il cuore palpitava, all’idea di donarsi in un servizio pastorale a favore degli altri, specie per la Chiesa universale. Anche la prospettiva di lavorare a fianco di altri, per edificare una Chiesa ministeriale, lo entusiasmava. Da seminarista a Pordenone, rimaneva colpito nelle conversazioni con seminaristi Congolesi che il Vescovo aveva accolto dato che in patria c’era la guerra.
Tra maggio e agosto viene posta in atto la "operazione distacco", anche per l’ottenimento dei permessi. L’ambasciata del Mozambico era molto burocratizzata. Si aggiunga il distacco dai familiari e dai gruppi coi quali era maturata una relazione. Ora, momentaneamente rientrato, ritrova tutti gioiosamente disponibili ad un dialogo.
Tra settembre e ottobre frequenta un Corso per neo "fidei donum", organizzato dal CUM, il Centro Unitario Missionario di Verona, con preti, laici e coppie sposi. Una quarantina gli studenti, tra i quali - dal nostro territorio - Adriana della Comunità di Villaregia, anch’essa vocata alla missione. Il "vissuto" era altamente ecclesiale, con 7 in partenza per il Mozambico; 13 per l’Africa; 20 per l’America Latina; e Ferdinando Pastore, col sogno della Thailandia. Ora quella terra accoglie don Gabriele Cercato, già parroco di Castelnuovo del Friuli, Paludea, Toppo e Travesio, partito a fine maggio.
Lo spirito del "fidei donum" è mosso dalla gioia di portare il Vangelo a quanti non lo conoscono; sono consapevoli di ricevere un arricchimento dal confronto culturale; è forte il desiderio di misurarsi e sperimentarsi nella concretezza della vita pastorale e di relazione; il fascino di viaggiare e conoscere realtà e intessere amicizie. Il tutto in un contesto ecclesiale, in dialogo col Vescovo e con le rispettive organizzazione ecclesiali di riferimento.
In questi giorni di rientro in diocesi è rimasto colpito dai numerosi gruppi ecclesiali che lo hanno contattato, per ascoltarlo, o per donare un sostegno concreto alla causa della missione. Si scusa dell’elenco incompleto: confida di trovare "comprensione ecclesiale". Ad es. la parrocchia di Sant’Agostino di Torre; Fagnigola; i Seminaristi; il Collegio degli insegnanti; gruppi di Volontariato; la parrocchia di Bibione; una realtà dedicata al territorio, che si prefigge di realizzare un foto mosaico, da esporre all’Ente Fiera di Udine per maggio 2023, con un poster di metri 60x40. E altri ancora, che saluta con affetto e riconoscenza, compresi i lettori de "Il Popolo".
Leo Collin

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