Cultura e Spettacoli
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San Giorgio: l'eterna lotta tra bene e il male. Le chiese diocesane dedicate al santo

Un santo il cui culto è diffusissimo in Oriente come in Occidente. Diocesi compresa: a partire dal capoluogo fino ai paesi della provincia e giù fino quasi al mare

San Giorgio: l'eterna lotta tra bene e il male. Le chiese diocesane dedicate al santo

Molto diffuso è il culto di San Giorno in Italia e anche nella nostra diocesi. In Italia oltre cento comuni hanno per patrono il Santo che, secondo la tradizione, sconfisse il drago.
Nella diocesi di Concordia Pordenone le chiese dedicate a San Giorgio sono undici, di cui sette parrocchiali.
Conosciamo la vita di San Giorgio attraverso la Passio Georgii, opera agiografica dal Decreto Gelasianum del 496 e definita perciò passio leggendaria.

BIOGRAFIA
Giorgio, il cui nome di origine greca significa "agricoltore", nasce nella Cappadocia verso il 280 da una famiglia cristiana.
Trasferitosi in Palestina si arruola nell’esercito di Diocleziano. Quando, nel 303, l’imperatore emana l’editto di persecuzione contro i cristiani, Giorgio dona tutti i suoi beni ai poveri e, davanti allo stesso Diocleziano, strappa il documento e professa la sua fede in Cristo. Per questo subisce terribili torture e alla fine viene decapitato.
Sul luogo della sepoltura a Lidda, un tempo capitale della Palestina ora città israeliana nei pressi di Tel Aviv, venne eretta poco dopo una basilica i cui resti sono ancora visibili.

STORIA E LEGGENDA
Tra i documenti più antichi che attestano l’esistenza di san Giorgio, un’epigrafe greca del 368 rinvenuta ad Eraclea di Betania in cui si parla della "casa o chiesa dei santi e trionfanti martiri Giorgio e compagni".
Molte nel tempo le redazioni posteriori della passio. Molti i racconti fantasiosi sulla vita del Santo fino alla Legenda Aurea, all’episodio del drago e della fanciulla salvata dal Santo che risale al periodo delle crociate.
In esso si narra che nella città di Selem, Libia, vi era un grande stagno dove viveva un terribile drago. Per placarlo gli abitanti gli offrivano due pecore al giorno e più avanti una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno fu estratta la figlia del re e, mentre la ragazza si avviava verso lo stagno, passò di lì Giorgio che trafisse il drago con la sua lancia. Un gesto il suo che diventa simbolo della fede che trionfa sul male.
I crociati contribuirono molto a trasformare la figura di San Giorgio martire in Santo guerriero, volendo simboleggiare l’uccisione del drago come la sconfitta dell’Islam; Riccardo Cuor di Leone lo invocò come protettore di tutti i combattenti.
Con i Normanni il suo culto si radicò fortemente in Inghilterra dove, nel 1348, re Edoardo III istituì l’Ordine dei Cavalieri di San Giorgio.
In tutto il Medioevo la sua figura divenne oggetto di una letteratura epica che gareggiava con i cicli bretone e carolingio.
San Giorgio è considerato il patrono di cavalieri, soldati, degli scout, degli schermitori, arcieri; inoltre è invocato contro la peste e la lebbra, e contro i serpenti velenosi.
La lotta di San Giorgio contro il drago è diventata simbolo delle lotte del bene contro il male. La festa liturgica di San Giorgio si celebra il 23 aprile. Nello stesso giorno anche nei riti siro e bizantino.

LE CHIESE PRESENTI IN DIOCESI

ue località della diocesi di Concordia Pordenone portano il nome di San Giorgio, Santo molto conosciuto anche nelle nostre terre.
Verso la bassa San Giorgio al Tagliamento, frazione del comune di San Michele al Tagliamento. San Giorgio al Tagliamento vanta una lunga storia risalente all’epoca romana.
La pieve della frazione dedicata a San Giorgio estendeva la sua giurisdizione su tutto il comune di San Michele. Al posto della primitiva chiesa con cinque altari, nel 1700 ne fu costruita un’altra, la chiesa di San Giorgio, con monumentale altar maggiore e organo del celebre abate Pietro Nacchini. Attualmente vi si celebra d’estate. Nel 1972 si pose la prima pietra di una nuova grande chiesa succursale, progettata dall’arch. Angelo Polesello di Fiesole e dedicata a Maria Santissima Madre della Chiesa, ove si celebra regolarmente.
A Teglio Veneto la pieve è annoverata tra quelle che ebbero vita nei primissimi tempi della Chiesa concordiese, cioè nei secoli IV-V. Poiché il culto di San Giorgio si sviluppò in Italia, e particolarmente in Friuli, nei secoli X e XI, è presumibile che in origine o non avesse un vero e proprio titolo o che questo fosse di San Giacomo, divenuto in seguito contitolare della pieve stessa. L’attuale chiesa fu costruita verso la fine del XIX secolo a trecento metri dalla precedente, su terreno donato dai Mocenigo.
Risaliamo verso il nord della diocesi in comuni tutti già facenti parte dell’ex provincia di Pordenone. San Giorgio al Tagliamento e Teglio Veneto sono invece nell’ex provincia di Venezia.
Procedendo verso il nord, dunque, si trovala parrocchiale del comune di Chions è dedicata a San Giorgio Martire. Fu smembrata da Azzano Decimo verso il 1500. L’attuale chiesa fu costruita nel quindicesimo secolo, rifatta la facciata su progetto di Antonio Marson. All’interno tra i vari affreschi uno è dedicato a San Giorgio.
A Porcia il grande Duomo è intitolato a San Giorgio. La chiesa è nominata per la prima volta nel testamento di Guecello II di Prata nel 1262 per concederle un lascito. Con precisione non si sa quando fu eretta in parrocchiale. L’edificio secondo il Degani è stato riedificato nel 1560, ingrandito nel 1846. Dell’edificio antico rimangono solo i muri perimetrali. I teleri dell’organo ora decorano il presbiterio. Rappresentano l’Annunciazione, San Giorgio che uccide il drago, la Conversione di San Paolo, opere del fiammingo Isacco Fischer di Augsburg(1764). Una pala di San Giorgio è opera di Palma il Giovane e rappresenta la Madonna con il Bambino in gloria e, in basso, S. Giorgio tra i Santi Carlo Borromeo e Chiara di Assisi.
Non lontano da Porcia Fontanafredda, con le sue undici frazioni. Anche qui parrocchiale dedicata a San Giorgio. L’antica chiesa si trova oggi nell’area cimiteriale di Villadolt. Un tempo i parroci si dicevano di Villadolt, non di Fontanafredda. La chiesa dipendeva dalla pieve di Palse. Fontanafredda già dei signori di Porcia e Brugnera, danneggiata da turchi, milizie napoleoniche e austriache, fu comune nel 1806 col nome di Ronche, nel 1810 ebbe il nome attuale. La chiesa grande dedicata a San Giorgio fu iniziata nel 1841, in luogo di un oratorio dedicato a San Carlo.
Da Fontanafredda si passa a Pordenone dove la chiesa arcipretale di San Giorgio è la seconda parrocchiale, dopo San Marco.
San Giorgio domina la città dall’alto dell’originale campanile a forma di torre. La chiesa ha una lunga storia che inizia coll’essere riconosciuta parrocchia fuori delle mura cittadine nel 1588. Parrocchia dei borghi. Il campanile è il secondo della chiesa, iniziato nell’Ottocento, completato con la statua, posta nel 1914 sopra l’originale globo retto dai giganti. La statua del Santo e l’intero gruppo sopra la cella campanaria sono stati restaurati lo scorso anno. In chiesa nel presbiterio pala di San Giorgio di Gasparo Narvesa.
Ci spostiamo verso nord est e raggiungiamo San Giorgio della Richinvelda, pieve antichissima, che ha generato quindici parrocchie. San Giorgio è celebre perché nella sua piana fu ucciso il 6 giugno 1350 il patriarca di Aquileia beato Bertrando di San Genesio. L’attuale chiesa parrocchiale sarebbe la terza costruita in luogo delle precedenti sul finire del diciannovesimo secolo. Progetto dell’architetto Girolamo d’Aronco. Nelle vele della volta del coro i Santi Giorgio, Stefano protomartire, Isidoro e il Beato Bertrando.
Ci spostiamo verso Aviano, sul colle omonimo sorge la chiesetta di San Giorgio. Di origini trecentesche presenta l’impianto tipico delle chiesette votive friulane. Restaurata nel 2011. Ristrutturazione importante per gli avianesi, la cui infanzia e gioventù è legata al colle, meta in passato di gite e scampagnate, tra cui quella che, a maggio, segnava la fine dell’anno catechistico.
Risaliamo ora la Valcellina. A Barcis raggiungiamo la Chiesa di San Giorgio in Cellis. L’insediamento di Barcis è molto antico, un tempo tutta la popolazione era raccolta sotto la pieve di San Giorgio in Cellis, che sorgeva in località Rippe e venne distrutta da una frana nel 1392. La chiesa attuale, restaurata dagli Alpini nel 1969, sorge come riedificazione, seppure in un altro luogo, di quella originaria.
Lasciata anche Barcis saliamo ora a Claut dove la parrocchiale è dedicata a San Giorgio martire. Fino al 1818 fu soggetta all’arcidiocesi di Udine. Poi passò a Concordia. L’attuale chiesa risale al 1823. Fu decorata dal pordenonese Tiburzio Donadon. Ha pregevoli altari lignei dorati, probabilmente realizzati da artigiani del luogo.

Maria Luisa Gaspardo Agosti

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