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Pnlegge 16: Lo Perfido: il lutto e le nuove tecnologie del ricordo

Lo psicologo e psicoterapeuta Antonio Loperfido: "Ti ricorderò per sempre. Lutto e immortalità artificiale" mercoledì 16 alle 21 al Vendramini

Pnlegge 16: Lo Perfido: il lutto e le nuove tecnologie del ricordo

Tra le opere proposte dalla variegata rassegna di Pordenonelegge, offre un richiamo del tutto singolare la recente pubblicazione dello psicologo e psicoterapeuta Antonio Loperfido: "Ti ricorderò per sempre. Lutto e immortalità artificiale" delle edizioni Dehoniane.
L’autore ci introduce in questa singolare tematica partendo dal profondo bisogno del cuore umano di prolungare il ricordo delle persone care perdute. Da questo sentimento si è mosso un business nel campo dell’intelligenza artificiale che con i suoi svariati presidi tecnologici è in grado di raccogliere in audio e video una molteplicità illimitata di testimonianze riconducibili alla vita del defunto. E’possibile, tramite lo smartphone, continuare a incrementare nel tempo questo materiale utilizzando una password che consente l’accesso all’innovativa "lapide virtuale" sia per fruire del materiale già raccolto che per arricchirlo con aggiunte personali. La biografia del defunto si alimenta via via di nuovi contributi, mentre è possibile la simulazione della sua voce che risponde alle domande in base al materiale già immagazzinato. Può creare un profondo disagio nelle persone più sensibili il dialogo con un defunto robotizzato, mentre le informazioni raccolte sono in continua evoluzione e non permettono di elaborare il lutto.
"Si tratta di una pericolosa schizofrenia - osserva il dott. Loperfido -: in campo psichiatrico si cerca di portare una persona alla realtà, mentre in questo caso la si induce a relazionarsi con una entità artificiale. Per il nostro cervello può non fare differenza, ma è la coscienza ad assumere il ruolo del discernimento, a distinguere il reale dall’irreale. Personalmente ho voluto comprendere dove ci porta la scienza. Una volta abituati a questa visione della vita, nasce una sorta di religione che induce ad adorare il dio della tecnologia da cui nasce l’immortalità artificiale tramite un robot dotato di caratteristiche umane".
I cyborg sono già tra noi: li troviamo nel ruolo di operatori sanitari, negli ospedali, nella case di riposo, nei centri commerciali. C’è al riguardo una prospettiva preoccupante: la minaccia di una massiccia invasione della sconvolgente presenza virtuale.
Potrebbe accadere anche con l’abbandono da parte di un partner, per cui si entra in relazione con una persona costruita virtualmente. Forse si potranno creare così anche gli amici? I ragazzi che in numero crescente scelgono l’isolamento totale (hikokomori) vivono questa allucinante esperienza?
Nel testo è riportato anche un contributo di don Fabio Magro che l’autore ha interpellato sul tema del prolungamento artificiale della vita. La morte non è accettata come limite naturale che dà valore all’esistenza, ma come un fatto da sconfiggere con la tecnologia, con una distorta immortalità artificiale che ignora il riposo eterno dei defunti. Si creano così sconvolgenti illusioni determinando l’impossibilità di elaborare il lutto lasciando scorrere salvifiche lacrime.

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