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Mostra "Questo corpo è un sole" dal 16 al castello di Torre

Mostra dedicata alla maternità di Maria dal 16 febbraio al Castello di Torre. Appuntamento alle 16.45 per la presentazione

Mostra "Questo corpo è un sole" dal 16 al castello di Torre

    "Questo corpo è un sole". Maternità di Maria e simbolo eucaristico è una mostra sull’iconografia di Maria lactans e sul significato eucaristico attribuito al simbolo solare nei corso dei secoli, promossa dal Centro culturale Augusto Del Noce, con il patrocinio del Comune di Pordenone e del Museo Diocesano di Arte Sacra. L’esposizione, allestita nel Castello di Torre, sede del Museo Archeologico del Friuli Occidentale, sarà inaugurata sabato 16 febbraio 2019, alle ore 16.45, nella Bastia del Castello, con un intervento di Giovanni Catapano, docente di Storia della filosofia medievale a Padova, su "Maria e le controversie cristologiche dei secoli IV e V".

PERCORSO
Il percorso iconografico, che presenta una una serie di immagini storiche che richiamano la natura di Avvenimento del cristianesimo, è ulteriormente arricchito da due opere inedite del maestro Giancarlo Magri, che si è cimentato sul tema.
L’immagine di Maria che allatta Gesù è presente sin dai primi secoli cristiani sia in Egitto, come sostituzione di Iside che allatta il figlio Horus, sia in Italia, come sostituzione della Pietas romana. Un modello iconografico successivo, che si ritrova a Costantinopoli, è quello di Maria Domene (orante), con il Bambino davanti a sé, detta anche Blachernitissa, perché presente nella chiesa delle Blacherne, costruita nel V secolo.
Una variante che richiama tali soggetti è quella della Madonna Odigitria ("che indica la strada"), la quale regge il Figlio con il braccio sinistro, mentre lo indica con la mano destra.
Agli inizi del Trecento queste tradizioni iconografiche si fondono in una nuova immagine, quella della Madonna dell’umiltà, nata in ambito avignonese, in cui il volto di Cristo, dipinto sul petto della Vergine, assume un chiaro significato eucaristico. Ciò avviene significativamente dopo il miracolo eucaristico di Bolsena del 1264 e la promulgazione, da parte di papa Urbano IV, della bolla Transiturus de hoc mundo, che istituiva la festa del Corpus Domini.
I primi esempi di tale iconografia si trovano in area veneto-friulana, come nei casi dell’affresco della Madonna degli Angeli della chiesa del Cristo di Pordenone, che si può datare alla prima metà del Trecento, e della Madonna dell’umiltà presenta a Santa Maria Maggiore di Trieste, dipinta da Lorenzo Veneziano, a metà del secolo. Dopo il Trecento, il sole raggiante sul petto della Madonna ebbe grande diffusione in Italia, soprattutto per influsso di Santa Caterina da Siena, la quale attribuisce a Dio le seguenti parole sull’eucaristia: "El quale Corpo è uno sole, perché è una cosa con meco, vero Sole".
A partire dal XVIII secolo si diffusero nella Chiesa gli ostensori raggiati, in cui confluisce probabilmente la simbologia del sole eucaristico. L’icona del sole raggiato sul petto della Vergine scompare così dalla pittura sacra, ma, come ha scritto Celso Costantini,  "l’Eucarestia è il sole, che riempie di luce e di vita la Chiesa. Accanto all’astro maggiore vi è un altro astro, che, riflettendo la luce del mistico sole, diffonde nella chiesa un ineffabile sorriso di bellezza e di consolazione. È Maria santissima".

Roberto Castenetto

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