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Elio Ciol: intervista al maestro della fotografia di Casarsa

In occasione del suo 92° compleanno Casarsa ha omaggiato il maestro Ciol con una splendida mostra fotografica. Nell'occasione gli abbiamo rivolto qualche domanda

Elio Ciol: intervista al maestro della fotografia di Casarsa

Nonostante tutto, nonostante il difficile periodo che stiamo vivendo, l’inaugurazione della mostra di Elio Ciol a Casarsa il 3 marzo scorso è stata una festa. Anche perché quel giorno è coinciso (scelto apposta da quel Comune che ha organizzato la mostra-omaggio) con il compleanno del Maestro, che è giunto a quota 92 in forma invidiabile. Ma fra l’intermezzo musicale a lui dedicato dalla giovane violinista Eleonora De Poi che ha eseguito le Variazioni su "Buon compleanno" e "Salut d’amour" di Elgar, si è insinuata una sottile vena di malinconia: Elio Ciol ha parlato di sua "ultima mostra" (non è vero: è pronta a Pordenone e attende solo il momento per partire, quella sulla Libia, preparata lo scorso anno per il festival "Dedica a Hisham Matar" e rimasta ferma a causa della pandemia) che si realizza "in un tempo assai prossimo al grande viaggio che mi aspetta. Un grande viaggio verso il mistero dell’Infinito e all’incontro con il creatore della luce, delle stelle e della nostra terra. Ma soprattutto con l’Autore dell’amore fraterno. Un incontro che spero avvenga in tanta luce e pace".
E allora, rubando Ciol ai tanti amici che volevano festeggiarlo, riusciamo a scambiare con lui qualche battuta e gli chiedo perché questa nota malinconica in un giorno di festa: "No no, nessuna malinconia. Io sono preparato, è una cosa normale, sappiamo che dobbiamo lasciare questo posto e maturando con l’età si è anche più tranquilli, si sa che si deve affrontare questo passaggio e cerco di pensarlo come un grande viaggio, il più bello". Lo provochiamo: per fotografare anche quello? "Con la fotografia parliamo di luce e io andrò verso la Luce. Non sento il dramma".
In queste parole e in questa serena attesa cogliamo tanta fede: "In qualche modo negli ultimi anni la fede si concentra in modo più efficace, più preciso e in modo visivo come aspettativa" dice.
Una fede che ha caratterizzato tutta la vita del Maestro di Casarsa e che forse ha trovato in Assisi un momento ulteriore di conferma: "Quando ho scoperto Assisi è stato per me un momento di crescita: attraverso i convegni della Pro Civitate Cristiana, i lavori fotografici che ho fatto per loro e per altri, attraverso la grande arte di Assisi e poi lì ho trovato la donna della mia vita! la città di Francesco è la mia seconda patria".
Ma torniamo alla mostra e alla fotografia: Maestro, com’è vedere il mondo attraverso la macchina fotografica? "È un po’ come essere avvolti da certi ambienti, paesaggi, monumenti e poi con la macchina fotografica si cerca di condensare queste emozioni. Sono sempre delle cose spettacolose e quando ti capitano davanti agli occhi diventa quasi un dovere documentarle".
Per lei cosa ha significato una vita dedicata alla fotografia, un lavoro che è diventato arte? "Un lavoro che mi ha valorizzato come persona, ha valorizzato il mio credo, il mio essere, il mio modo di esprimermi: è stata una continua crescita anche interiore attraverso le immagini, attraverso le situazioni che fotografavo. C’era sempre qualcosa da scoprire e da imparare ogni volta che si affrontavano determinati argomenti, parlo anche delle opere d’arte, oltre che dei paesaggi che sono stati i primi elementi espressivi che mi hanno toccato e dicevo sempre, quando capitava un bel paesaggio: ecco questo è un dono che ricevo, perché il paesaggio non lo faccio io, di mio c’è il mestiere che mi rende possibile fissarlo in quel momento anche per gli occhi degli altri".
Insomma, questo suo lavoro è diventato un dono al prossimo: "Certo, è un dono che ho ricevuto e che ho messo subito a disposizione degli altri". Un lavoro, poi, anche fecondo nel senso che le generazioni continuano: dopo il figlio di Elio, Stefano, ora si affaccia anche la nipote Irene: "Siamo alla quarta generazione: Irene studia grafica a Mestre, ma nel suo lavoro si serve anche della fotografia" e Irene - che per tutta la mattinata ha continuato a fotografare tutto e tutti con un occhio di riguardo per il nonno, spiega che lei studia "digital grafic design, non so se continuerò con la fotografia: per ora sto aiutando il papà"; "ma oggi - interviene il nonno Elio - il mondo della fotografia è completamente diverso, anche nella domanda, rispetto a quando ero bambino io e lavoravo nella bottega di mio padre".
Nico Nanni

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