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Violenza contro medici e infermieri, pene più pesanti

Approvata la nuova legge: riconoscimento della specificità e del valore sociale delle professioni

Con la legge n. 113 del 14 agosto 2020, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 9 settembre 2020 ed entrata in funzione il 24 settembre, il Parlamento ha emanato importanti norme “in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”.
I numerosi atti di violenza nei confronti di personale ospedaliero o di ambulatori medici e strutture socio-sanitarie che la cronaca ci segnala, hanno indotto il legislatore ad intervenire con due strumenti, uno di prevenzione ed un altro di repressione.
La legge, di iniziativa del Governo, assume un duplice rilievo: riconosce la specificità e l’importanza sociale dell’attività svolta dal personale sanitario e socio-sanitario e garantisce la sicurezza personale, prevedendo gravi sanzioni per gli aggressori.
Viene istituito un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, con il compito di monitorare gli episodi di violenza commessi al loro danno nell’esercizio delle loro funzioni.
L’Osservatorio avrà anche altri compiti, fra i quali quello di monitorare gl eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia; promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, utilizzando anche sistemi di videosorveglianza.
Ai fini di prevenzione, le strutture presso le cui opera il personale sanitario o socio-sanitario stabiliscono nei propri piani per la sicurezza «misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire il loro tempestivo intervento».
Gli strumenti di repressione delle condotte aggressive vengono potenziati.
Nel caso in cui il personale abbia subito percosse non sarà più necessario presentare un atto di querela, ma l’aggressore sarà perseguito d’ufficio.
Ove le aggressioni abbiano causato lesioni, si applicherà un aggravante della pena da quattro a dieci anni nelle lesioni gravi o da otto a sedici anni di reclusione nelle lesioni gravissime.
Un’ulteriore protezione è prevista nel caso di offese o molestie, punite con una sanzione ammnistrativa da 500 Euro a 5.000.
Le scelta del legislatore appare come una valida iniziativa istituzionale per tutelare la sicurezza del personale sanitario e socio-sanitario.
Si tenta, attraverso lo strumento legislativo, di ricostituire quel rapporto di fiducia e di alleanza terapeutica fra i sanitari ed i pazienti che risulta molto compromesso ai giorni nostri e che, spesso, genera negli utenti un comportamento aggressivo e astioso del tutto ingiustificato.
La Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari», demandata a un decreto del ministro della Salute, dovrà costituire uno strumento di educazione e di coinvolgimento della comunità.
Attraverso progetti di comunicazione istituzionale e iniziative di informazione «sull’importanza del rispetto del lavoro del personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria» si cercherà di riannodare quel rapporto fiduciario che ha negli anni legato il paziente al sanitario e che oggi risulta spesso deteriorato.

Violenza contro medici e infermieri, pene più pesanti
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