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Vaccini antinfluenza, priorità agli anziani

Gli altri devono attendere che si esaurisca la copertura delle fasce deboli

Vaccini antinfluenza, priorità agli anziani

Nelle nostre farmacie sono state registrate varie centinaia di richieste di vaccino antinfluenzale da parte di persone considerate non a rischio che desiderano proteggersi dalla sindrome nota, ma nessuna è in grado di fornire il farmaco, semplicemente perché non è ancora arrivato. Diciamo “ancora” nella prospettiva che fra qualche mese potrebbero essere disponibili alcune dosi. Sorge spontanea una domanda: per quale motivo i vaccini non sono attualmente disponibili nelle farmacie?
La risposta è emersa nel corso del recente incontro del vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, con il presidente di Federfarma Fvg, Luca Degrassi, accompagnato dai presidenti delle associazioni provinciali Francesco Innocente (Pordenone), Marcello Milani (Trieste), Alberto Rampino (Gorizia).
La Regione ha acquistato finora 346mila dosi di vaccino, il 40% in più rispetto allo scorso anno, per garantire la copertura vaccinale alle fasce di popolazione considerate a rischio. "In Italia - spiega Riccardi - siamo tra le Regioni che hanno fatto maggiori approvvigionamenti e tuttavia da parte di Federfarma è stata espressa preoccupazione per un’eventuale carenza di vaccini per i soggetti a rischio nel caso fosse destinata in questo momento una quota per la restante popolazione tramite le farmacie”.
Infatti la campagna per la vaccinazione antinfluenzale nella nostra regione - come ha spiegato Degrassi - è appena partita e ci troviamo in una situazione di emergenza in cui non riusciamo per ora a valutare quanto sarà l’effettiva esigenza per le fasce a rischio. Pertanto è stato condivisa la constatazione che mettere a disposizione della popolazione una piccola quantità di dosi non produrrebbe un risultato coerente con la domanda e rischierebbe di danneggiare l’obiettivo di copertura totale per le fasce prime destinatarie”.
Si è convenuto quindi con la Regione di valutare la situazione a distanza di un mese, quando saranno disponibili dati più precisi, per capire se e quale quantità sia possibile destinare alla popolazione non a rischio. Ovviamente la disponibilità per le farmacie sarebbe conseguente a un dato non positivo: alcuni dei primi destinatari del vaccino sarebbero inadempienti. Una defezione poco incoraggiante rispetto al programma di prevenzione previsto per le categorie più fragili.

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