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Un nuovo farmaco contro il Covid

Nato in Israele, sfrutta il processo innescato dalle citochine

Un nuovo farmaco contro il Covid

Da mesi siamo entrati in una nuvola oscura, ben frastornati, con gli ingranaggi del cervello piuttosto inceppati e con una profonda, impietosa ruga di preoccupazione sulla fronte, mentre le parole rimangono lì, aleggiano nell’aria, comunicandoci l’inquietudine di una bufera in agguato. Quella che poi è arrivata puntuale e terrificante con il Covid, tra le corsie delle rianimazioni, scatenata proprio da una indecifrabile tempesta di citochine. Responsabili, queste, anche dello smisurato numero di vittime della pandemia d’influenza del 1918. Non solo, ma anche della SARS del 2003, dell’aviaria e dell’influenza suina del 2009.
Che cosa sono? Le citochine sono molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule e secrete nel mezzo circostante, di solito come risposta a uno stimolo. Quando il sistema immunitario combatte i microrganismi patogeni, le citochine segnalano ai linfociti T (speciali globuli bianchi) e ai macrofagi (cellule fagocitarie, phago: mangio) la necessità di accorrere verso il sito dell’infezione. Normalmente, il corpo ha dei sistemi che regolano questo meccanismo, ma in alcuni casi la reazione diventa incontrollata, e troppe cellule immunitarie sono attivate in un unico luogo. Durante la tempesta di citochine sono rilasciate più di 150 o 200 mediatori dei processi infiammatori (citochine, radicali liberi e fattori di coagulazione). Non sappiamo ancora perché ciò avvenga, in ogni caso si tratta di una risposta esagerata del sistema immunitario, nei confronti di un invasore nuovo e percepito come altamente patogeno. La tempesta di citochine può danneggiare significativamente i tessuti e gli organi del corpo. Se poi questa reazione avviene nei polmoni, causa un accumulo di fluidi e cellule immunitarie, oltre a trombosi di macro e micro-vascolarizzazione periferica, che può a sua volta bloccare le vie respiratorie e portare alla morte. Citochine, dottor Jekyll e mister Hyde. Minuscole molecole deputate a fornire precise istruzioni alle cellule. Insomma portaordini, e definiamole pure parole molecolari. Parole, parole, parole… ricordi la canzone di Mina, anni ’70? Beh, anche il nostro corpo ha bisogno di parole, essendo un insieme di organi e apparati che devono comunicare tra di loro, sia nei momenti di benessere sia per affrontare una emergenza. Insomma tra le cellule c’è un continuo scambio d’informazioni che avviene in vari modi. E queste preziose citochine agiscono attraverso gli esosomi e le micro vescicole, veri e propri messaggeri del nostro corpo, una sorta di micro navette che circolano nel sangue. Agenti specializzati nella comunicazione tra le cellule pronti a trasportare RNA, proteine e lipidi, influenzando così diverse funzioni fisiologiche e patologiche delle cellule stesse. Una sorta di corrieri espresso pronti a consegnare messaggi disparati alla cellula stessa (segnalazione autocrina, crino = secerno), a quelle vicine (paracrina) ma anche a quelle lontane (endocrina). Oggi, sfruttando questi processi, è nato, presso i laboratori d’Israele, un nuovo farmaco capace di sconfiggere il Covid. Infatti, gli esosomi, potenziati con una particolare proteina, chiamata CD24, efficace a regolare il sistema immunitario, potrebbero bloccare la tempesta di citochine. Una piccola, magica, intraprendente, sfacciata proteina capace di intimare un perentorio don’t eat me, non mangiarmi. E così, quasi per incanto, la turbolenta, burrascosa, travolgente secrezione di citochine, si estingue. Il farmaco si chiama Exo-CD24, è somministrato per inalazione una sola volta al giorno. Per ora è stato usato su una trentina di pazienti gravi con una efficacia sorprendente: quasi tutti sono ristabiliti in pochissimo tempo.

* Medico

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