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Restare a casa, l'unico modo per vincere il virus

Necessario evitare i contatti personali. Aumenta il numero dei contagiati, ormai diffusi in tutta Italia. Provvedimenti severi ma necessari. Il covid-19 non conosce confini: Europa e Usa ora copiano il modello Italia

Parole chiave: coronavirus (232)
Restare a casa, l'unico modo per vincere il virus

ll prossimo passo sarà il coprifuoco. Non ce lo auguriamo naturalmente, ma se le cose non dovessero migliorare, non possiamo non prendere in considerazione anche questa ipotesi.
Situazione La sera di mercoledì 18 marzo nel Paese i contagiati risultano oltre 35 mila. Quasi 3000 le persone decedute, 4000 i guariti. La metà dei contagi sono stati registrati in Lombardia, di gran lunga la regione più colpita in Europa. A seguire l’Emilia Romagna (4500) e il Veneto (3200). Ma il virus si è ormai diffuso in tutta la Penisola. A facilitargli il compito anche le fughe che ancora si sono registrate da Nord a Sud negli scorsi giorni, nonostante la legge consentisse spostamenti esclusivamente per ragioni di lavoro o di salute. I controlli delle forze dell’ordine non sono mancati, così come le denunce. Se basterà come deterrente lo vedremo.
Situazione in Fvg Sono salite a 462 le persone positive al coronavirus in Friuli Venezia Giulia su 5000 tamponi effettuati. I decessi sono stati 31.
Nel Pordenonese sono stati registrati 76 casi. A preoccupare sarebbero soprattutto la zona di Caneva e, in misura diversa, quella di Valvasone Arzene.
Da registrare intanto una polemica che ha riguardato il vertice dell’Azienda sanitaria 5, nella persona del suo Direttore generale, Joseph Polimeni, accusato da più parti di aver abbandonato la nave nella tempesta, avendo fatto rientro in Toscana durante la gestione di un’emergenza sanitaria.
Provvedimenti Tornando alle decisioni del Governo, lo stesso Premier Conte le ha riassunte utilizzando l’hastag #iorestoacasa. Si può uscire solo per ragioni di lavoro, di salute o per indifferibili motivi, come - ad esempio - la necessità di andare a fare la spesa al supermercato o il recarsi in farmacia.
Data la norma però, come purtroppo è spesso d’uso nel nostro Paese, si è lasciato il campo alle interpretazioni, alle circolari, alle faq dei siti istituzionali. Per cui il "restare a casa" si è presto trasfarmato in un "restare a casa ma...".
Molto si è discusso e si discute se si possa uscire a fare una passeggiata o una corsa in bicicletta in solitaria. Sono in effetti comportamenti che il Decreto non vieta purchè fatti nel rispetto delle altre disposizioni, come la distanza di sicurezza. Resta però il principio che deve essere seguito: questo virus si ferma evitando i contatti personali e quindi restare nelle proprie case è necessario per questo. Ogni uscita, anche quella che può sembrare la più innocua, aumenta le possibilità di incontro e quindi di contagio. Tutte le uscite vanno responsabilmente ridotte a quelle strettamente necessarie. Cosa non semplice, ma questo è l’unico modo - così dicono gli esperti - per contere la diffusione del virus ed arrivare a debellarlo.
Aiuti e servizi Amministrazioni comunali e Protezione civile si sono attivate per organizzare servizi di supporto a persone sole e in difficoltà. V’invitiamo comunque, in caso di bisogno, ad informarvi tramite i siti web del vostro Comune.
Distanti ma uniti Restare a casa ha offerto a molti l’opportunità di sprigionare creatività e fantasia, nonchè di provare a rinsaldare, in un momento difficile per il Paese, uno spirito patriottico o comunque di solidarietà. Prove ne sono i tanti tricolori esposti sui balconi (spesso accompagnati agli arcobaleno con la scritta "andrà tutto bene"), così come gli inni nazionali cantati all’unisono dai terrazzi o i concerti improvvisati per farsi coraggio.
Modi "particolari" se vogliamo di vivere un momento complicato. Atteggiamenti tipicamente italiani per qualcun altro, ma se non danneggia tutto può aiutare.
Estero Il virus non conosce confini. Ora tutti i Paesi, Ue e Stati Uniti in testa, sembrano aver preso coscienza del problema ed hanno iniziato ad adottare le misure già prese in Italia.
Come già scritto, ci auguriamo che la nostra esperienza possa essere d’aiuto ad altri Paesi. Ora tutti iniziano a riconoscere lo sforzo fatto dall’Italia ed è stato bello vedere le immagini delle tante città nel mondo in cui, in segno di solidarietà, hanno illuminato i principali palazzi e monumenti di verde, bianco e rosso.

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