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Reddito di cittadinanza, ecco le criticità

Prof. Baldini: esclusi i poveri assoluti e gli immigrati residenti da meno di 10 anni

Da sinistra Roberto Reale che ha intervistato il prof. Massimo Baldini

Il reddito di cittadinanza è una azione di intervento a sostegno della povertà -  ha spiegato il prof. Massimo Baldini, professore associato di Scienza delle Finanze alla Facolà di Economia di Modena, presente giovedì 21 alla Casa dello Studente di Pordenone per un convegno intitolato "Promozione del lavoro, contrasto alla povertà e reddito minimo", intervistato dal giornalista Rai Roberto Reale - anche se, per come è stato studiato non è propriamente un reddito di cittadinanza, che dovrebbe andare incondizionatamente ai cittadini senza reddito, quanto piuttosto un reddito minimo, molto selettivo, riservato ai poveri in cambio di un impegno di reinserimento lavorativo. Tanto è vero che vi sono requisiti precisi per l’accesso, un tempo di 18 mesi di durata, un numero di proposte lavorative".

Baldini, attraverso dati elaborati in proprio comparando cinque relazioni tecniche sul tema (del governo, dell’Ufficio di bilancio del Parlamento, dell’Istat, dell’Inps e dell’Inapp) è giunto a conclusioni che illustriamo in breve (approfondimenti su www.lavoce.info). Questa misura è rivolta: a chi non può lavorare (ente di riferimento i comuni), a chi è disoccupato (ente di riferimento i Centri per l’impiego).

Le risorse messe a disposizione: 6 miliardi di euro per il 2019, 8 negli anni successivi.

STIME SU BENEFICIARI E COSTI Il numero delle famiglie che dovrebbero ricevere il Reddito di cittadinanza (Rdc) varia da un minimo di 1,2 milioni (Inps) a un massimo di 1,7 milioni (Inapp). Poiché l’Istat stima che in Italia vi siano circa 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta, effettuando una media tra queste stime si può concludere che dovrebbero essere raggiunti dal beneficio almeno due terzi dei nuclei poveri assoluti.

SINGLE Le stime - che si basano sulle dichiarazioni Isee presentate nel 2017 - prevedono che meno del 30% dei nuclei beneficiari sarà rappresentato da persone che vivono da sole. Per le altre tre relazioni, invece, costituiranno il 40% - e più - del totale delle famiglie beneficiarie.

È probabile che l’introduzione del Rdc spinga a presentare la dichiarazione Isee persone sole che finora non avevano mai avuto bisogno di chiedere una prestazione erogata in base all’Isee, dato che la soglia si alza da 6 a 9 mila euro.

NORD - SUD È anche probabile che una parte dei nuovi nuclei che riceveranno il sussidio, specie i monocomponenti, sia al disopra della soglia di povertà assoluta, soprattutto nel Meridione.

Ripartizione dei  beneficiari: più della metà saranno residenti nelle regioni meridionali, una percentuale superiore a quella delle famiglie povere assolute nel 2017 stimate dall’Istat.

Al Nord il Rdc non riuscirà a raggiungere tutti i poveri assoluti, un risultato forse da associare alla esclusione degli stranieri residenti da meno di dieci anni, visto che i nuclei stranieri si concentrano proprio nelle regioni settentrionali, dove sono maggiori le occasioni di lavoro. L’Ufficio parlamentare di bilancio stima che il vincolo di residenza determini una riduzione dei beneficiari stranieri al Nord cinque volte superiore a quella prevista nel Mezzogiorno.

REI L’Inps fa notare che vi sarà una parte di coloro che hanno ricevuto il Rei (circa l’8%), presumibilmente poveri assoluti, che non potrà ottenere il reddito di cittadinanza.

Simonetta Venturin

Fonte: Redazione Online
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