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Quello che possiamo imparare in Africa

L'Auditorium Concordia di San Vito al T. avrà, mercoledì 30 giugno, ore 20.30, un ospite d’eccezione: don Dante Carraro, direttore del Cuamm Medici con l’Africa di Padova, intervistato dal giornalista Giuseppe Ragogna presenterà il suo ultimo libro

Quello che possiamo imparare in Africa

L'Auditorium Concordia di San Vito al Tagliamento avrà, mercoledì 30 giugno, ore 20.30, un ospite d’eccezione: don Dante Carraro, direttore del Cuamm Medici con l’Africa di Padova.
Medico anch’egli, ha vissuto anche in prima persona molte delle iniziative sanitarie organizzate dalla sua organizzazione, che gestisce diversi ospedali in alcune realtà africane, alle quale partecipano molti medici provenienti un po’ da tutta l’Italia. Chi ha avuto un’esperienza con Cuamm, ne diventa automaticamente testimone, pronto a parlarne al grande pubblico, per far conoscere dal di dentro i problemi sanitari e sociali della realtà in cui è stato chiamato ad operare.
L’incontro del 30 giugno è organizzato dalla Commissione per la Pastorale Sociale della diocesi di Concordia-Pordenone, per presentare il libro-testimonianza di Don Dante, intitolato "Quello che possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune": modera l’incontro il giornalista Giuseppe Ragogna, volontario Cuamm. Il libro è stato scritto assieme allo scrittore e drammaturgo Paolo Di Paolo.
"L’Africa ci insegna, o almeno a me ha insegnato, che il lamento serve poco; ciò che fa la differenza è passare dal lamento al rammendo. E trovare strade nuove per dare valore a quanto ci sembrava perduto. Mi ha insegnato a mettere alla prova tutti gli schemi fissi, compreso un certo delirio di onnipotenza occidentale. Mi ha insegnato che la frugalità non è un limite, ma può diventare un’opportunità per far leva più sull’intelligenza e lo studio che sul denaro. E a non avere paura dei figli: sono vita, coraggio, sfida, futuro, entusiasmo."
Don Dante è stato un ragazzo della provincia veneta, laureato in medicina, e ha scelto di diventare sacerdote, impegnandosi nelle parrocchie di periferia. Poi incontra l’Ong Medici con l’Africa Cuamm e nel 1995 fa il suo primo viaggio in Africa, nel Mozambico da poco uscito dalla guerra civile. È l’inizio di un’avventura personale che si affaccia in quella comunitaria della più grande organizzazione italiana in Africa.
In oltre 70 anni, attraverso programmi di cura e prevenzione in 41 Paesi, interventi di sviluppo dei sistemi sanitari, attività dedicate ai malati, formazione di medici, infermieri, ostetriche e altre figure professionali, il Cuamm si spende - come scrive Claudio Magris nell’introduzione a questo libro - per la crescita dell’Africa, il "parto epocale" di una nuova civiltà. In un continente in cui il 70% della popolazione ha meno di trent’anni, c’è molto da fare ma c’è anche molto da imparare. Su noi stessi, sulla precarietà dei confini che pretendiamo stabili, sul rapporto con l’ambiente, sulla connessione strettissima fra il tema della salute e quello della giustizia sociale, sulle scelte etiche e politiche attraverso cui è possibile abbattere barriere geografiche, economiche e culturali. E sulle risorse inaspettate che gli esseri umani riescono a trovare nelle situazioni più estreme.
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