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Il Consiglio dei ministri approva il Ddl disabilità. Ecco cosa prevede il testo

Il ddl, che dovrà essere approvato dal Parlamento, contiene i principi e le direttive a cui il governo si dovrà attenere nell'emanare (entro 20 mesi) i decreti legislativi di attuazione. Saranno questi provvedimenti a dare concretezza alla riforma 

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Il Consiglio dei ministri approva il Ddl disabilità. Ecco cosa prevede il testo

Il Consiglio dei ministri giovedì 28 ottobre ha varato il disegno di legge delega in materia di disabilità, “una tra le riforme e azioni chiave previste dal Pnrr”, come ricorda la nota di Palazzo Chigi. Il ddl, che ora dovrà essere approvato dal Parlamento, contiene i principi e le direttive a cui il governo si dovrà attenere nell’emanare (entro 20 mesi) i decreti legislativi di attuazione. Saranno questi provvedimenti a dare concretezza alla riforma e c’è da sperare che il processo innescato arrivi davvero a compimento, dato che in passato analoghe iniziative si sono arenate lungo il cammino.

Ma stavolta c’è di messo il Pnrr e quindi è lecito un po’ di ottimismo. Anche in assenza di fondi aggiuntivi – al momento non previsti – si tratta di un’occasione di grande importanza per una revisione complessiva e aggiornata della materia. Basti pensare che le tabelle percentuali degli stati invalidanti sono ancora disciplinate da un decreto ministeriale del 1992.

“Il cuore della riforma – spiega il comunicato della presidenza del Consiglio – sarà il nuovo sistema di riconoscimento della disabilità, in linea con la Convenzione Onu”. Sei gli ambiti interessati dalla delega:

1) definizione della condizione di disabilità, riordino e semplificazione della normativa di settore;
2) accertamento della condizione di disabilità e revisione delle procedure di valutazione, unificando tutte le verifiche riguardo a invalidità civile, cecità civile, sordità civile, sordocecità, disabilità ai fini scolastici e di collocamento lavorativo e ogni altra normativa in tema di accertamento dell’invalidità;
3) valutazione “multidimensionale” della disabilità finalizzata – sottolinea Palazzo Chigi – “all’elaborazione di progetti di vita personalizzati” e “volti a supportare l’autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta, prevenendo forme di istituzionalizzazione”;
4) informatizzazione dei processi di valutazione e di archiviazione;
5) riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità;
6) istituzione di un Garante nazionale delle disabilità.

Il Garante, in particolare, dovrà “accogliere le istanze e fornire adeguata assistenza alle persone con disabilità che subiscono violazioni dei propri diritti; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni e nei confronti di singoli enti; promuovere campagne di sensibilizzazione e di comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone”.

Fonte: Sir
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