Commento al Vangelo
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Signore della Vita

Maria di Magdala, visto il sepolcro vuoto, corre ad avvisare Pietro e il discepolo che Gesù amava. Tutti e tre vanno al sepolcro e vedono le bende afflosciate...

Parole chiave: Risorto (9), Vangelo (126), Pasqua (36)
Signore della Vita

  Adamo aveva chiuso ogni dialogo con Dio a causa della sua pretesa di diventare come Dio. Le parole divine che seguirono, coerenti con il patto stabilito tra Dio e Adamo, segnarono l’umanità: "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!" (Gen 3,19). Da quel momento la morte ha dominato la vita di ogni creatura. Sconfitte, sofferenze, malattie, solitudini, lutti si presentano all’uomo come amari anticipi di ciò che è la morte. Il credente, pur senza svalutare la potenza della morte e delle sue crudeli pregustazioni, sa che la morte è stata vinta dal Maestro (vangeli: Mc 16,1-7; Gv 20,1-9; Lc 24,13-35). Sa che il Battesimo lo ha reso una sola cosa con Cristo (cfr Rm 6,5) e perciò, mentre celebra la Risurrezione di Cristo, il cristiano celebra anche la propria resurrezione.
Il nostro mondo è caratterizzato dalla finitudine: Lazzaro, la figlia di Giàiro e, il figlio della vedova di Nain sono tornati in vita per tornare a morire. Gesù è risorto per sempre: appartiene a quel mondo, dove la finitudine non c’è. Con Cristo l’eternità è entrata a pieno diritto nel nostro tempo. Con l’eternità è entrata, sotto voce e in punta di piedi, anche la fine del mondo. Con la risurrezione di Gesù la morte  è il nemico vinto e soggiogato, destinato ad essere ridotto al nulla (cfr 1Cor 15,26). Per il cristiano, dunque, la morte non è l’ultima parola, come per quelli che non hanno speranza (cfr 1 Ts 4,13). L’ultima parola sul credente verrà pronunciata da Dio: tu, cristiano, sei già risorto e come tale, quando Cristo si manifesterà nella Parusia, verrai anche tu manifestato per ciò che sei, una persona risorta (cfr Col 3,3-14, seconda lettura).

Messa della veglia
Nella grande Veglia la prima lettura è costituita da una serie di letture che intende ripercorrere, nelle tappe più importanti, la storia della salvezza. Il vangelo è Mc 16,1-7. Si tratta di un racconto che ruota attorno al sepolcro vuoto. La tomba vuota da sola è un dato ambiguo. È vuota perché la salma è stata rubata? Perché Gesù non era morto? O perché è risorto? La tomba vuota ha bisogno di spiegazione.
Il giovane, come in 2Mac 3,26-33, è un angelo. Egli  con una formula di consolazione toglie  la paura alle donne e con una formula di rivelazione spiega loro il senso del sepolcro vuoto, liberandole dalla sorpresa e dallo stupore: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto". Il sepolcro è vuoto perché Gesù è risorto. Le donne capiscono di trovarsi davanti a qualche cosa di grandioso e hanno gli stessi sentimenti della folla davanti ai grandi miracoli di Gesù: spavento e stupore. La risurrezione ha in sé il fascinans e il tremendum.

Messa del giorno
Il vangelo della Messa del giorno, Gv 20,1-9, manca del versetto finale (v. 10: "I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa"). La Liturgia vuole che l’assemblea resti in contemplazione di ciò che Maria Maddalena, Pietro e il discepolo che Gesù amava e Maria Maddalena hanno visto.
Maria Maddalena è una figura riassuntiva: lei rappresenta tutte le donne al seguito di Gesù e testimoni della morte e della sepoltura del Maestro. A livello simbolico, la Maddalena rappresenta la Chiesa che cerca il suo sposo.
Pietro, a sua volta, è il punto di riferimento sia per la Maddalena sia per il discepolo che Gesù amava, ma non è ancora colui che deve confermare nella fede i suoi fratelli.
Rappresenta, invece, la perplessità umana davanti al mistero: egli vede ma non comprende e non crede.
Né lui né la Maddalena avevano compreso la Parola di Dio.
Il discepolo che Gesù amava, invece, "vede e crede": Egli ha saputo leggere il segno delle tele - che erano afflosciate, ma non strappate o tagliate - e il segno del sudario, che era rimasto sotto le tele, ripiegato su sé stesso, nel posto dove c’era il capo della salma di Gesù.
Il discepolo aveva capito sia il quarto carme del Servo di Yhwh (Is 53,11: "Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce"; "vedere la luce" significa vivere) sia le parole di Gesù (cfr Mt 16,21: "Doveva… soffrire molto…venire ucciso e risorgere il terzo giorno"). Quelle tele e quel sudario, dentro al sepolcro vuoto gridavano nel silenzio: Gesù è risorto!

Messa della sera.
Il brano di Lc 24,13-35 si colloca benissimo alla sera del giorno della risurrezione.
L’episodio di Emmaus, infatti, si svolge verso sera. Si tratta di un testo conosciuto e tematicamente sviluppa il tema del vangelo del giorno: la conoscenza della Parola di Dio, che svela il mistero della morte e risurrezione del Maestro.

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